Per anni ho venduto tutti questi episodi insieme nel corso «Co-schooling: Educare a casa».
Molte famiglie lo hanno amato e lo hanno usato con i loro figli per fare scuola a casa o per affiancare la scuola, ma soprattutto per stare insieme in maniera «produttiva», che per me non significa più efficace, ma che produce qualcosa di importante: in questo caso; una mentalità a lungo termine per nutrire il naturale amore per il sapere che accomuna tutta l'infanzia; ma anche un momento di qualità in famiglia e un'opportunità per genitori che non amano giocare (come me) di stare in maniera diversa con i propri figli.
Co-schooling suona con homeschooling, ma non è rivolto solo a famiglie che fanno scuola a casa.
Attraverso le varie aree di apprendimento ti offro una mentalità per imparare a lavorare senza frustrazione con i bambini (inteso come «giocare», il lavoro è il gioco del bambino) e seguendo e assecondando i loro interessi in base a quelli che sono i loro periodi sensitivi, ovvero finestre di apprendimento in cui mostrano interessi spiccati e imparano quella «materia» senza sforzo (sapevi che anche le lettere e i numeri hanno finestre di apprendimento?).
Una collaborazione tra il genitore e la scuola
Io e mio marito, ad oggi, siamo anche gli insegnanti dei nostri figli e abbiamo notato che, per esempio, Emily si è interessata alle lettere in maniera molto evidente già a due anni o che Oliver a lungo non ha voluto leggere e ha preferito i numeri: ha iniziato a leggere a 8 anni e mezzo e pochi mesi dopo leggeva come un treno e divorava libri.
Ecco perché io credo che l'apprendimento dovrebbe essere diretto dal bambino e che possa essere una collaborazione tra la scuola e il genitore a casa (questo spiega il «Co» in Co-schooling). I bambini imparano di più e più facilmente quando seguono i loro interessi, perché è allora che hanno voglia di imparare: spesso, il curriculum e il ritmo universale della scuola non lo permette. «Co-schooling» nasce del desiderio di mostrare ai genitori che esiste un metodo diverso di insegnare o affiancare la scuola.
Come nasce Co-schooling
Quando siamo partiti per viaggiare nel giugno del 2019, eravamo nervosi: il successo del nostro nuovo stile di vita dipendeva dalla nostra capacità di mantenere il carico lavorativo, vivere a stretto contatto con i bimbi ogni giorno e soddisfare anche il loro diritto di imparare. 🤯
Sembrava difficile, eppure è stato molto naturale e spontaneo (con alti e bassi, ma quelli ci sono in ogni percorso). Più ci addentravamo in questo percorso, più ci rendevamo conto di tre cose:
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È incredibile quanto imparino i bambini quando segui il loro interesse! Ancora troppe poche scuole permettono di seguire l'interesse: questo significa che spesso i bambini perdono la curiosità e il loro innato amore per il sapere molto presto. A casa, noi genitori possiamo fare moltissimo per nutrirlo con minimo sforzo;
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Stare h24 con i figli non è difficile, ma è normale fare fatica se non lo pratichi: tra scuola e attività extra scolastiche è possibile perdere l’abitudine di passare lunghi periodi di tempo con i propri figli e non sapere come giocare con loro (non c'è giudizio, io per prima non amavo giocare prima di creare i Giochi produttivi);
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Molti bambini non hanno la possibilità di seguire i propri interessi nemmeno a casa, perché i genitori non sanno riconoscerli! Questo significa che per loro è più difficile sviluppare la pazienza e, quindi, l'autonomia nel gioco. È tutto collegato!
Co-schooling nasce dalle domande e dalle risposte che noi abbiamo trovato strada facendo e, se ti ritrovi in quanto hai letto sopra, il contenuto che troverai qui sarà di grande valore per la tua famiglia.